
Iraq, L’Italia avvia un programma per la gestione delle zone umide nel sud
Osservatorio Iraq, 30 marzo 2009
Nella provincia di Dhi Qar, nel sud dell’Iraq, sta per partire il programma per la “gestione sostenibile delle zone umide”, finanziato dalla Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Esteri. Ad attuarlo sarà il dipartimento di Ingegneria agraria e forestale (Diaf) dell’Università di Firenze – diretto dal professor Matteo Barbari - in collaborazione con l’Unità di sostegno alla ricostruzione (USR) a guida italiana, che opera nella provincia irachena.
L’iniziativa prevede principalmente attività di formazione di personale locale: il DIAF terrà presso la sede dell’USR dieci corsi su cinque tematiche: qualità dell’acqua, gestione dell’acqua, gestione del territorio, produzioni animali e vegetali, e acquacoltura e pesca. Ogni sessione durerà circa un mese, per complessive 120 ore di lezione tra teoria e pratica, e vi parteciperanno dieci “studenti” - tecnici iracheni o funzionari delle istituzioni locali. I docenti saranno due professori italiani, o interni o esterni all’Università di Firenze (a seconda delle esigenze).
A ottobre 2009, si terrà in Italia un corso sulla gestione dell’ambiente palustre, al quale è prevista la partecipazione di dieci iracheni. Successivamente, ci sarà un master di nove mesi dell’Istituto agronomico per l’oltremare (IAO) sull’irrigazione nei Paesi in via di sviluppo al quale è prevista la partecipazione di cinque laureati iracheni.
Il Diaf lavora in Iraq dal 2005. Inizialmente si è occupato di un progetto (concluso nel 2006) per sostenere la produzione della palma da dattero e valorizzare i prodotti della provincia di Dhi Qar. In seguito ha gestito un “Piano di formazione professionale rivolto ad operatori del settore agricolo e allestimento di un centro per il sostegno all'agricoltura”, completato il 13 novembre 2008.
[O.S.]
Fonte: Il Velino
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Iraq, Gruppo Edison presenterà la sua offerta entro giugno
Osservatorio Iraq, 25 marzo 2009
Il Gruppo Edison guarda "con molto interesse l'Iraq", ed entro giugno presenterà un'offerta vincolante per diventare operatori nell'esplorazione e produzione di giacimenti di gas. Lo ha detto Pietro Cavanna, direttore della "Business Unit Asset idrocarburi" del gruppo, oggi a Ravenna per partecipare all'OMC 2009, la nona edizione di Offshore Mediterranean Conference.
"Siamo molto interessati allo sviluppo di giacimenti di gas nel nord dell'Iraq, che è molto ricco di idrocarburi – ha spiegato Cavanna -. La gara è in corso e ci sono una trentina di compagnie interessate. Stiamo ottenendo tutte le informazioni e stiamo valutando l'opportunità di fare una partnership, perché l'entità dell'investimento richiede uno sforzo comune. Alla fine di giugno scade il termine per le offerte vincolanti".
L'interesse di Edison è per "giacimenti già scoperti, dove il rischio esplorazione è pari a zero".
Il Gruppo italiano, grazie allo sviluppo di questo nuovo progetto, spiega il dirigente, "punta alle esigenze locali per il consumo interno", e all'esportazione "attraverso la Turchia, collegandoci con gasdotto al fine di ottimizzare la nostra filiera".
[O.S.]
Fonte: Apcom
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19.03.2009 Iraq,
Baghdad offre alle compagnie straniere
la maggioranza nelle joint ventures petrolifere
Osservatorio Iraq, 19 marzo 2009
Il governo di Baghdad cerca di invogliare le compagnie petrolifere internazionali, che ancora non sembrano del tutto convinte a lanciarsi nell’avventura irachena, e offre loro la quota di maggioranza nelle joint venture che dovranno gestire lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi i cui contratti verranno assegnati nel primo round di gare d’appalto.
Uno dei principali consulenti del Primo Ministro Nuri al Maliki oggi ha confermato le dichiarazioni fatte a Vienna dal ministro del Petrolio Hussein al-Shahristani, secondo il quale alle compagnie straniere potrebbe essere concesso fino al 75 per cento.
Thamir Ghadban, questo il nome del consulente, che è già stato a sua volta ministro del Petrolio, ha confermato inoltre che l’Iraq potrebbe offrire alle compagnie internazionali altri giacimenti, sia nuovi che già in produzione, al di fuori delle gare d’appalto annunciate.
Inizialmente, Baghdad aveva previsto che le compagnie petrolifere internazionali non avessero più del 49% delle joint venture che verranno create per gestire lo sviluppo dei giacimenti da assegnare con le gare. Shahristani, che si trova a Vienna per un seminario dell’OPEC, aveva detto all’agenzia di stampa Bloomberg News che adesso si potrebbe arrivare a una quota del 75 per cento.
Ghadban ha confermato, commentando che nelle dichiarazioni del ministro del Petrolio non c’è nulla di nuovo. E ha sottolineato che anche ai tempi di Saddam Hussein “i contratti venivano offerti al 75/25 [per cento]".
Sabah al-Saidi, portavoce del dipartimento del Ministero del Petrolio che si occupa dei contratti e delle licenze, ha negato che ci siano stati cambiamenti nella politica del governo di Baghdad relativa al settore petrolifero, o che Shahristani stia pensando di assegnare giacimenti al di fuori dei due round di gare d’appalto sinora annunciati.
Resta il fatto che un caso del genere si è già verificato – e riguarda il giacimento di Nassirya, per il quale sono in corsa solo l’italiana ENI (che si mostra sempre più sicura dell’assegnazione del contratto), la spagnola Repsol, e la giapponese Nippon Oil. La decisione di Baghdad dovrebbe arrivare a fine mese.
Non solo. Oggi la Maysan Oil Co, una delle tre compagnie petrolifere statali irachene, ha diffuso un annuncio in cui si invitano le compagnie a presentare offerte per scavare 30 nuovi pozzi in tre fra i maggiori giacimenti del sud del Paese – Nur, Abu Gharab, e Halfaya – che si trovano nei pressi della città di Amara, nella provincia di Maysan, e hanno riserve accertate per 5 miliardi di barili.
Per le offerte, che sono chiaramente al di fuori dei due round di gare d’appalto che dovrebbero concludersi entro fine anno, c’è tempo fino al 15 aprile.
[O.S]
Fonti: International Herald Tribune, Associated Press
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12/03/2009

fonte:
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Iraq, Maliki sollecita le imprese italiane ad accelerare il progetto per la costruzione del Grande porto di Fao
Osservatorio Iraq, 3 marzo 2009
Il Primo Ministro iracheno Nuri al Maliki sollecita le imprese italiane a far presto per realizzare la costruzione del “Grande porto” di Fao, la penisola situata nell’estremo sud dell’Iraq. Questo il titolo in prima pagina [in arabo] su al Sabah, il quotidiano di Stato iracheno che dedica oggi ampio risalto alla visita a Baghdad del ministro dello Sviluppo economico italiano, Claudio Scajola, che ieri ha incontrato nella capitale irachena le più alte cariche istituzionali.
Al Sabah riporta il testo del comunicato ufficiale della presidenza del Consiglio iracheno, sull'incontro di ieri fra Scajola e un folta delegazione governativa guidata dal vice primo ministro, Barham Salih, e composta dai ministri del Petrolio, dell'Elettricità, dell'Industria, dei Trasporti, del Commercio, delle Finanze, e della Pianificazione.
Nel comunicato si legge che il premier Maliki, "ha dato indicazione ai ministeri coinvolti di agire più rapidamente possibile per la realizzazione e l'attivazione degli accordi e dei protocolli di cooperazione che sono stati siglati tra i due Paesi".
Maliki, in particolare, "ha sollecitato le imprese italiane sulla necessità di accelerare l’attuazione del progetto per il Grande porto di Fao", definito "uno fra i più grandi progetti del Paese, che avrà un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'economia irachena".
Nell'incontro, le due parti hanno discusso un accordo per accelerare la fornitura di elicotteri all'esercito iracheno, e di motovedette militari di cui ha bisogno la Marina militare irachena, soprattutto con l’approssimarsi del ritiro delle truppe britanniche dalla provincia di Bassora.
Al Sabah riferisce inoltre l"l'elogio" del ministro Scajola per la "buona riuscita" delle recenti elezioni provinciali che si sono svolte in Iraq, riuscita che invia a tutto il mondo il messaggio che l’Iraq è entrato in una nuova fase.
Scajola inoltre ha annunciato l'intenzione di organizzare una "fiera a Baghdad" per la imprese italiane, da tenersi "prima possibile".
[O.S.]
Fonti: Apcom, Al Sabah
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