---------------------------------------------------------------------------------------------------- KURDISTAN: ERBIL - "WELCOME TO MAJIDI MALL"
Un edificio imponente e prestigioso, 135.000 metri quadrati di spazio di vendita al dettaglio su tre piani,
20 ristoranti fast-food e caffè, una pista da bowling a sei corsie, un'area giochi per bambini,
2 piani interamente dedicati alla moda uomo, donna e bambino.
Si tratta del Maijdi Mall: il nuovo centro commerciale sulla strada per Koya, nella parte est di
di Erbil, con opening ufficiale previsto per il prossimo 15 novembre 2009.
Un polo commerciale dedicato allo shopping di lusso, come lo ha definito Haro Ahmed Kader Majidi -
un manager del gruppo Hewa proprietario del centro - e che mette in evidenza il ruolo strategico
della città di Erbil come una delle nuove capitali dello shopping in Medio Oriente.
Non a caso la capitale curda,
viene spesso chiamata la seconda Dubai, per il suo rapido sviluppo e gli ambiziosi progetti.
I negozi, che apriranno all'interno del centro, offriranno una vetrina di marchi internazionali e note griffe,
come la spagnola Mango, che arrivano in Iraq per la prima volta.
A decorare l'esterno dell'edificio e l'ingresso principale: fontane, oltre 12 bandiere curde luminose e
una singolare torre con orologio che i piloti hanno già battezzato come il "Big Ben di Erbil".
Provate a chiedere a un taxista del luogo, "per la torre dell'orologio": non avrà dubbi, vi porterà
al Majidi Mall!
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---------------------------------------------------------------------------------------------------- REGIONE LOMBARDIA FIRMA ACCORDO SULLA RICERCA CON IL KURDISTAN IRACHENO
È stato siglato, nei primi giorni di ottobre,
un accordo di intesa sul tema della ricerca tra Regione Lombardia e il Kurdistan iracheno.
Le dichiarazioni di intenti - discusse e sottoscritte da Massimo Buscemi, assessore alle Reti,
Servizi di pubblica utilità e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia e il ministro dell'Insegnamento
e della Ricerca scientifica del Governo Regionale del Kurdistan, Idris Hadi Jali -
puntano a incentivare le collaborazioni tra le comunità scientifiche e le
organizzazioni imprenditoriali dei rispettivi Paesi.
Nello specifico, si intende promuovere lo scambio di know-how con attenzione
alla formazione, stage, interazione di equipe etc.
L'intesa fa parte di un già consolidato sodalizio tra Regione Lombardia e il Kurdistan
e premia ancora una volta il ruolo dei governi regionali in materia di cooperazione internazionale.
L' impegno ad aprirsi alla crescita reciproca rafforza così
il sostegno alle imprese che vogliono avvicinarsi ed operare in altri mercati.
La compagnia petrolifera italiana si è aggiudicata lo scorso 13 ottobre la licenza per lo sviluppo
del giacimento iracheno di Zubair.
La notizia è stata annunciata dal Ministro iracheno del petrolio Hussein al Shahristani
e confermata in questi giorni dall'amministratore delegato dell'ENI, Paolo Scaroni,
che ha commentato così l'assegnazione: «(...) è un bel boccone. Prima dedicheremo
tutto il nostro impegno per svilupparlo, poi valuteremo se partecipare ad altre gare in Iraq.»
Zubair è uno sei dei giacimenti petroliferi che l'Iraq aveva offerto nel 1° round di gare d'appalto
il 30 giugno scorso; la sua produzione è attualmente di circa 195.000 barili di olio al giorno e
l'obiettivo per i prossimi sette anni è quello di aumentarla, arrivando a un "plateau" di 1,125 milioni di barili.
Il programma di espansione affidato al consorzio guidato da ENI come operatore e composto
anche dall’americana Occidental Petroleum Corporation e dalla Korea Gas
Corporation prevede: perforazione di oltre 200 pozzi d’olio, costruzione delle facilities di trattamento
della rete di raccolta e il rimodernamento degli impianti esistenti.
L’accordo siglato dalla compagnia italiana e gli altri partners per Zubair
è una joint venture: il 25% resta all’Iraq (alla South Oil Company, la compagnia di Stato che gestisce
i giacimenti del sud), il 75% alle compagnie straniere, di cui il 40% all’italiana ENI, con possibili aggiustamenti
nelle prossime settimane.
Si tratta tecnicamente di un contratto di servizio che stabilisce per le compagnie straniere d’essere
pagate per i lavori svolti, ma non la partecipazione agli utili della produzione. La durata del contratto
è di 20 anni, estendibili a 25.
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